L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



martedì 9 settembre 2014

1.2.2 L’ideologia gender

"Donne non si nasce ma si diventa"?[1]
Se le differenze sessuali hanno nel passato favorito una sopraffazione dell’uomo sulla donna, oggi si tende giustamente a ristabilire la pari dignità dei due sessi. Pari dignità non significa tuttavia essere uguali: è proprio riconoscendo le diversità che è possibile superare i conflitti che spesso sorgono a livello di coppia come conseguenza di incomprensioni. La teoria del genere (gender theory), oggi predominante nella cultura occidentale, sostiene che la natura umana non esiste perché l’essere umano sarebbe unicamente il risultato della cultura. Essa tenta di dimostrare che la mascolinità e la femminilità non sono altro che costruzioni sociali nate dal contesto culturale di ogni epoca. Vale la pena approfondire l’argomento.
Il concetto di (duplice) natura sessuale è contestato dall’ideologia gender nata in ambiente anglosassone negli anni ’60. Queste riflessioni filosofiche, sociologiche e psicologiche nascevano dalla presa di consapevolezza che l'immagine della donna, e il suo posto nella società, erano determinati da una cultura a predominanza maschile la quale perpetuava un'idea d'inferiorità e una pratica di subordinazione della donna. Un esempio banale e immediato è l'idea, per lungo tempo universalmente accettata, dell'inferiorità intellettuale della donna escludendola così dalla vita politica e dagli studi. Il termine “gender” (genere sessuale) sostituirebbe il termine “identità sessuale” che obbliga ad incanalarsi all’interno di un sistema binario (maschile o femminile) che esclude una molteplicità di varianti influenzate dalla dimensione culturale e psicologica che si vive.
La persona, secondo l’ideologia gender, deve sentirsi libera di esprimere ciò che si sente di essere, anche in contraddizione rispetto a ciò che è per natura: si sente donna in un corpo di uomo (transessuale)? Si sente uomo attratto da altri uomini (omosessuale)? Si sente di entrambi e sessi e attratto da entrambi (bisessuale)? La lista delle possibili combinazioni è lunga e molto complessa[2].
Alla base di tale ideologia c’è la spaccatura tra corpo e identità sessuale: io ho un determinato corpo, ma sono quello che mi sento di essere. E devo essere rispettato per quello che sento o voglio essere.
Il problema maggiore che scaturisce da tale ideologia sono le possibili e logiche conseguenze. Non dobbiamo, ad esempio, più parlare di mamma e papà: i miei genitori possono essere due uomini o due donne, o altre combinazioni ulteriori. Meglio non discriminare nessuno e parlare di genitore 1 e genitore 2. Non dobbiamo più parlare di maschio o femmina: Facebook (perlomeno nella versione americana) si è già adeguata e offre una gamma di più di 50 possibili varianti. Non dobbiamo educare i figli imponendogli ruoli, giochi, vestiti, maschili o femminili. Educhiamoli a scegliere ciò che di volta in volta sentono più aderente alla loro identità, senza influenzarli con i nostri schemi mentali. Non educhiamo i bambini con libri che parlano di principesse in attesa del principe azzurro e via discorrendo: meglio offrire subito tante possibili varianti per lasciarli liberi di formare la propria sessualità senza costrizioni. Pena essere tacciati di omofobia  e magari denunciati in base a leggi che si stanno elaborando.
La nostra convinzione è che negare le differenze e le reciproche complementarietà sia la vera discriminazione del nostro tempo. Diverso non vuol dire peggiore, ma solo differente. In quanto uomo non posso denunciare nessuno per la mia costitutiva incapacità di portare avanti una gravidanza, così come una donna non può appellarsi a nessuna legge per il fatto di non poter usare adeguatamente un vespasiano. I tentativi di annullare le differenze non sono il segno di una società più democratica, semmai di una più totalitaria.



[1] Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, il Saggiatore, Milano 2008 (or.: 1949). Prosegue: “Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna”.
[2] Un esempio tratto dal mondo dello spettacolo: il Festival della canzone europea ha premiato nel maggio 2014 l’austriaco Tom Neuwirth, in arte Conchita Wurst, apparso per l’occasione nelle “vesti” di donna barbuta, di travestito con la barba. L’ambiguità e l’indeterminazione del genere sessuale diviene lo strumento per superare ogni identità naturalmente costituita.

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