L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



mercoledì 24 settembre 2014

1.5.1 Eros, philia e agape


L’eros (da cui amore erotico) indica l’amore passionale, l’attrazione erotica tra un uomo e una donna, il desiderio di possedere l’altro/a[1]. L’amore erotico è l’amore che nasce dall’indigenza e dal bisogno, da una incompiutezza che ricerca il suo completamento e ne desidera il possesso.
La philia è “amicizia”, amore fraterno. Indica un amore umano fatto di affetto, attrazione, gradimento, affezione, simpatia[2]. E’ l’amore di dilezione, caratterizzato dal sentimento della gioia che si prova nello stare con l’altro, condividendone gioie, dolori, speranze.
L’agape è l’amore divino, limpido e puro[3]. Porta a desiderare il bene dell’altro (la sua felicità) prima ancora del nostro. E’ un amore cosmico, che spinge ad amare ogni persona aldilà che essa risulti amabile o che “meriti” il nostro amore. Questo è l’amore che Dio ha per noi, la sua stessa essenza, il suo naturale modo di operare: ama tutti e ciascuno come fosse unico; ama sempre, in ogni situazione; ama gratuitamente, senza attendere di essere riamato. Un amore simile è quello espresso, con i limiti umani, da un padre o una madre nei confronti dei figli (amati in maniera gratuita). In sintesi: l’agape è amore gratuito, generoso, universale ed assoluto, misericordioso, che si fa dono (ossia di una gratuità totale) che non va meritato, ma accolto, per poi farlo fiorire in gesti d'amore verso gli altri.
L’eros e l’agape sono termini greci che verranno tradotti in latino con amor e caritas[4], spesso contrapposti in amor concupiscientiae e amor benevolentiae.



[1] Nella Bibbia l’eros viene narrato in particolare nel Cantico dei Cantici: “Forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma viva” (Cant. 8,6). E’ assente nel Nuovo Testamento.
[2] Il verbo fileo, di cui l’etimologia è sconosciuta, è utilizzato 33 volte nella LXX; solo 10 delle quali per tradurre il verbo ebraico ‘ahab, amare. Più spesso si utilizza nel senso di abbracciare o baciare (Cf. Ct 1,2); l’unica accezione religiosa si legge in Pro 8,17. Nella letteratura greca fileo è il verbo più frequente per esprimere l’amore, anche appassionato o fisico, la tenerezza che si manifesta nel bacio, l’affetto, l’amicizia, ecc.; indica fondamentalmente un sentimento in cui si mantiene il controllo di sé; implica misura e nobiltà; infine fileo comporta piacere e gioia. Tale termine trova ampio uso nel Vangelo di Giovanni, sotto la forma dell’aggettivo phìlos, per indicare il rapporto che Gesù ha con i suoi discepoli.
[3] Il verbo agapào, la cui etimologia è ugualmente sconosciuta, indica, nella sua accezione fondamentale, benevolenza, cordialità, liberalità. Implica un giudizio di valore: stimare, apprezzare e anche ammirare; di conseguenza una sfumatura di preferenza; questo termine è usato nella letteratura antica più normalmente per le relazioni tra persone ineguali: il superiore verso l’inferiore, con la sfumatura di condiscendenza, di volontà di fare del bene; mentre chi riceve dal superiore, manifesta un amore di gratitudine. Platone ha sottolineato l’aspetto gioioso inerente all’amore, mentre Aristotele ha insistito sul disinteresse dell’amore, di cui l’espressione più pura è data dalla madre verso il figlio; l’amore va fino al dono di se stesso.
Nella LXX, agapao ricorre 268 volte e traduce il verbo ebraico ‘ahab 180 volte; è usato per tutte le sfumature dell’amore: come attaccamento di un padre per suo figlio, di un uomo per la sua sposa. Quando si dice che Dio ama, questo implica gratuità, generosità, e Dio chiede in cambio l’amore fedele dell’uomo.
[4] Si pensi all’antico inno, di cui parleremo più diffusamente, “ubi caritas et amor ibi Deus est”, da cui la celebre canzone liturgica il cui titolo traduce tale frase: “Dov’è carità e amore lì c’è Dio”. Questa attestazione denota come i due termini in origine non sono visti in opposizione come fa A. Nygren nel suo classico Eros e agape. La nozione cristiana dell’amore e le sue trasformazioni (Il Mulino, Bologna 1971). Cf. i padri greci che descrivono l’amore di Dio per l’umanità come eros in quanto amore passionale, “amore folle”.

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