L’amore è una realtà meravigliosa,

è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo!

(Benedetto XVI)



lunedì 13 ottobre 2014

1.6 Infatuazione, innamoramento e amore

“La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore”[1]
“Tra l’innamorarsi e amare c’è molta differenza. Quando una persona si innamora non lo fa apposta: succede. Ma per amarsi bisogna sudare, soffrire, ridere, stare svegli, donarsi. L'amore non succede. L’amore si fa” (Francesco Roversi)
Prima di introdurci nell’ esperienza dell’amore così come è vissuta nel mondo odierno, sarà utile chiarire la differenza tra alcune realtà che confondiamo con l’amore, in particolare l’infatuazione e l’innamoramento, tappe preliminari che possono portare ad una storia d’amore.
La prima fase che solitamente ci spinge verso una persona è quella dell’infatuazione, in cui ci prendiamo la cosiddetta cotta per qualcuno. Nell’infatuazione manca ancora una reale conoscenza dell’altro, dei suoi interessi, dei suoi gusti, del suo modo di essere, dei suoi progetti, della sua visione della vita. Probabilmente con l’infatuazione non si ama qualcuno ma “qualcosa”: ci attrae un insieme di qualità piuttosto che una persona concreta con i suoi pregi e soprattutto i suoi limiti. L’infatuazione e l’attrazione così come nascono con molta facilità, altrettanto facilmente scompaiono.
La tappa successiva è l’innamoramento[2]. L’attrazione per una persona non è più legata solo all’aspetto fisico di questa o a superficiali caratteristiche, ma per l’insieme del suo essere – modo di pensare, di vivere e di comportarsi – visto ancora in maniera ideale, totalmente positiva, esagerata, irreale[3]. Quando ci innamoriamo abbiamo una visione parziale e condizionata emotivamente. A differenza della cotta, quando siamo innamorati conosciamo realmente il nostro partner ma i lati positivi vengono ingigantiti e quelli negativi trascurati: tutto è magico e perfetto.  E soprattutto, l’innamoramento prima o poi finisce, per cedere il passo, a volte, all’amore vero e proprio.
L’innamoramento accade, l’amore invece si sceglie, giorno per giorno. Man mano che la storia va avanti e si conosce sempre meglio la persona di cui ci siamo innamorati, è inevitabile infatti che accanto alle luci emergano anche le ombre di questa persona. E la stessa scoperta la fa il nostro partner, che impara a conoscerci meglio. È allora questo il momento in cui la relazione ci chiede un passaggio di maturità che fa mettere in gioco appunto la nostra libertà: la libertà di accettare l’altro fino ad amarlo per quello che è realmente e quindi anche con i suoi difetti e i suoi limiti. Se non si fa questo importante passaggio, rimarremo ancorati ad un’idea troppo astratta e idealistica dell’amore. Un’idea che, probabilmente, esiste soltanto nelle favole.
Non è strano allora che la storia presto o tardi finisca, e anche in modo improvviso. Svegliarsi e accorgersi che l’altra persona è testarda, per esempio, e chiedersi “com’è che non me ne sono accorto prima?”, significa il più delle volte non aver superato la fase dell’innamoramento, che non ci fa dare il giusto peso ai limiti che l’altro magari ha sempre avuto.
Insomma, tutte le tappe di una storia sono importanti, perché ognuna ha le sue caratteristiche che la rendono unica e necessaria per costruire la relazione con una persona. Non pensiamo però che la tappa più importante sia solo l’ultima. L’innamoramento potrebbe essere una formidabile palestra dell’amore ed anche uno dei momenti fondamentali per il prosieguo della relazione. Dipende da come viene vissuto. Potrebbe dare una bella spinta per prendere lo slancio verso l’amore o potrebbe lasciarci ad un livello superficiale che ci impedisce di entrare in una relazione matura.
Senza questa spinta tutto diverrebbe più difficile. È anche vero che la spinta non basta, perché poi bisogna dare continuità al rapporto. L’amore bisogna costruirlo: e il cammino che porta a questa meta è lungo tutta una vita. Sono moltissime le persone che nella loro vita continuano ad innamorarsi concludendo di volta in volta, quando l'innamoramento finisce, che il partner non era la persona giusta ed alla successiva occasione si illudono di aver finalmente trovato la persona ideale, il vero amore. Ma il problema è veramente quello di trovare la persona giusta o è quello di non riuscire veramente ad amare una persona concreta con i suoi inevitabili difetti e con i miei limiti?
Certo amare è più impegnativo del semplice innamorarsi, ma è anche più bello, nel senso che conduce ad una felicità più profonda e duratura della gioia che si sperimenta durante l'innamoramento. Tra i due c'è la stessa differenza che passa tra l'entusiasmo che si solleva all'idea di raggiungere la vetta di una montagna che si contempla dal basso e ci si immagina mentre la si scala, e quindi «si sogna» la montagna ed il nostro essere arditi scalatori, e il vero e proprio salire sulla montagna. Nella salita reale l'entusiasmo si attenuerà, occorrerà una lunga meticolosa ed anche noiosa preparazione, ci saranno dei momenti di fatica, si sperimenterà il freddo, la paura, la sete e a volte si maledirà l'idea di salire in cima e verrà la tentazione di lasciar perdere tutto e tornare a valle, ma una volta arrivati e durante lo stesso cammino si sperimenterà una felicità profonda che ha il sapore delle cose reali, magari talvolta aspro e amaro, ma senz' altro più consistente e più capace di riempire lo stomaco del sapore tenue e delicato dei sogni.
Una storia d’amore nasce spesso dal sentire sintonia di vita e di passioni. Eppure è bene non cercare solo le cose che uniscono, ma imparare a scoprire e amare le cose che rendono differenti. Nel momento in cui l’amore fa irruzione nella vita, la tentazione è di compiacersi nel fare l’elenco di tutto quel che si ha in comune: “Tu ami la musica, e anch’io; a te piace la montagna, anche a me…”. In realtà sono tante le cose che li distinguono: il modo di pensare, di sentire, di credere, d’amare. Il rischio è che arrivi il giorno in cui non si sopporteranno più queste differenze e che si dica: “Era diverso, ora è un’altra persona”. E questo solo perché ci si era illusi che fosse una sorta di copia di me.
L’istinto di conservazione, il bisogno di far rispettare i propri diritti fanno si che si conosca una insoddisfazione latente pronta a trasformarsi in conflitto aperto. Perché noi abbiamo continuamente qualcosa da rivendicare. Invece di essere al servizio dell’altro vogliamo che l’altro sia al nostro servizio. Abbiamo il nostro modo personale di voler essere amati e quello che non va in quel senso diventa frustrazione intollerabile, “crudeltà mentale”. E dal momento che l’altro prova lo stesso desiderio, si arriva ai ferri corti.
Patner in regime di eguaglianza: questo implica che si rispettino la personalità dell’altro, i suoi gusti, le sue aspirazioni, che non si impongano le proprie, come se avessimo la verità in tasca, la scienza infusa[4].
Infine una constatazione linguistica che fa pensare. «Innamorarsi» è un verbo riflessivo: io innamoro me stesso utilizzando qualcosa come un detonatore che fa partire un'esplosione affettiva che si consuma solo dentro di me. E’ una esplosione intensa che mi fa provare emozioni bellissime e dolorosissime, ma comunque mi fa sentire terribilmente vivo. Non ho quasi nessun controllo su questo processo che avviene e di cui mi ritrovo spettatore: mi innamoro anche se non voglio, sono travolto dalla passione anche contro ogni mia volontà; «mi innamoro» esattamente come «mi ammalo» o «mi perdo».
«Amare», al contrario, è un verbo transitivo: io amo qualcosa che è al di fuori di me; sono soggetto di una azione che posso fare e non fare; l'amore è una libera scelta, l'innamoramento no.



[1] F. de La Rochefoucauld, Massime (1665), p.102
[2]Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l'attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell'eccitamento iniziale. Eppure, all'inizio, essi non lo sanno; scambiano l'intensità dell'infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell'intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l'intensità della loro solitudine”. (E.Fromm, L’arte di amare, cit. p.20-21)
[3]…l’amante vede l’amato attraverso le lenti deformanti del proprio desiderio: tutto quello che si vorrebbe avere e che non si ha; tutto quello che ci dovrebbe rendere felici e che ci manca” (M.Marzano, L’amore è tutto, op. cit., p.30)
[4] M.-R. Bous, Imparare ad amare, p.27

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